mercoledì 23 novembre 2011

SALVATECI DALLA BUROCRAZIA NELLA SANITA'


Nella sanità abruzzese succedono cose incredibili e paradossali! Nella nostra Regione costa di più fare un accertamento diagnostico con la mutua in un ospedale pubblico, che a pagamento nella stessa struttura pubblica! Cioè, se un paziente deve fare ad es. una TAC, paga di più con l'impegnativa del medico che se la chiede a
pagamento. Abbiamo chiesto spiegazioni, ma la risposta è stata che per dei complicati meccanismi burocratici conviene pagare la prestazione, piuttosto che utilizzare l'impegnativa del medico.
Inoltre credo che solo in Abruzzo esistono infiniti moduli di "consenso informato". Ogni radiologia, ogni laboratorio, ogni reparto ha il proprio modello. Il consenso informato per una Tac con contrasto, della radiologia di Teramo è diverso da quello di S. Omero, questo è differente da quello di Giulianova e da quello di Atri. Ed è inutile portare già compilato il modello utilizzato a Teramo, ad es. ad Atri o viceversa, si è immediatamente rispediti al proprio medico per far riempire il modello giusto per la propria piccola repubblica. Ed è inutile chiedere ad un medico di reparto che si è pronti a fare tutte le dichiarazioni, che si sono portate con sé le cartelle cliniche pregresse, che si è portato la certificazione del medico curante che attesta la idoneità all'esame. Niente! Ci si deve sobbarcare il viaggio di ritorno. Rifare l'attesa dal medico e poi tornare presso l'ospedale della repubblica territoriale.
Solo in Abruzzo, credo, per avere l'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) si devono riempire sei fogli di carta, dico sei, praticamente fatti tutti di ripetizioni stucchevoli, che prima devono essere presi presso la ASL, poi portati al medico e poi riportati alla ASL. 
Solo in Abruzzo, una volta finita una prima fase di assistenza domiciliare per miglioramento clinico, se si voglia riattivare l'ADI è necessario ripetere di nuovo tutta la pratica: 1°) andare dal medico per chiedere informazioni. 2°) andare alla ASL per avere i sei fogli dei due modelli, praticamente tutti uguali, da riempire, 3°) tornare dal medico per riempire i muduli, 4°) tornare alla ASL per avere l'autorizzazione e la prenotazione. 5°) tornare dal medico per la prescrizione della terapia, ecc. ecc.
Solo in Abruzzo, credo, se si rompe una carrozzina ortopedica, si arriva a chiedere un certificato medico. Non si sa cosa debba certificare il medico. Forse che la carrozzina è malata!
Solo in Abruzzo, credo, che una volta certificata la necessità di pannoloni per il paziente, la fornitura, il quantitativo utilizzato, la debba certificare il medico. Come se questo possa controllare quanti pannoloni vengano consumati durante la giornata.
Solo in Abruzzo, credo, che per avere la fornitura dei presidi domiciliari, letto ortopedico, materasso antidecubito, ecc., non è sufficiente la certificazione del medico curante, ma è necessario richiedere preliminarmente una visita neurologica domiciliare e solo successivamente a questa, richiedere la fornitura.
E poi. E poi. La burocrazia! E poi se non è solo in Abruzzo, non è una consolazione.
E poi non ditemi che non si sa di chi è la colpa. E non ditemi che non si possano abbattere le liste di attesa. E non ditemi che il tutto è ineluttabile! Non è vero! La responsabilità è di chi fa le leggi e pensa che tutto debba essere previsto dalle leggi, che così diventano farragginose, complicate, stucchevoli, inapplicabili. Per favore semplificate! Il mondo è già così complesso. Per favore semplificate la vita ai poveri pazienti, che già subiscono il dramma della malattia, fate che non debbano subire l'umiliazione della burocrazia.

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