sabato 28 gennaio 2012

IL MIRAGGIO DEL NUOVO TEATRO

Non sono né saggio né veggente. In questi anni ho avuto solo la voglia e la volontà di condividere con gli amici dell'Idv di Teramo delle vicende politiche e amministrative della nostra città. Se siamo giunti, dopo tante riflessioni, ricerche d'archivio (di Pasqualino Reginaldi),
convegni e dibattiti alla conclusione che il project del teatro allo stadio, fosse una violenza fatta alla nostra città è perchè abbiamo studiato, senza preconcetti e pregiudizi. Le riflessioni di Fausto Napolitani, le deduzioni di Pasquale Bartolini, i giudizi di Francesco Tomassini, le arguzie di Giancarlo Susi, i contributi di tanti altri (non me ne vogliano se non li cito tutti, l'elenco sarebbe troppo prolisso) hanno portato alla conclusione che quel project non era dimensionato alla nostra città. Troppo cemento. Troppi soldi investiti senza un evidente ritorno economico. I conti non tornavano. Non capivamo. Troppo vandalismo su un'area a vocazione e destinazione dedicata allo sport e al verde. Abbiamo cercato  con tutte le nostre possibilità di farlo capire alla città. Inutilmente. Gli interessi economici prevalgono sul libero pensiero. E' arrivata la magistratura. Adesso si capisce perchè non capivano! Non volevano capire! Altre erano erano le motivazioni alla base del project. Siamo orgogliosi di aver ragionato liberamente. E adesso pensiamo al teatro. A un teatro per Teramo. In ritardo di dieci anni. Peccato. Spero che i teramani abbiano sviluppato anticorpi per non farsi più ammaliare dal canto delle sirene, pur belle e affascinanti che siano. Odisseo, sapeva che con la ragione avrebbe resistito, ma a scanso di equivoci si fece legare all'albero maestro. Noi non abbiamo l'albero, ci resta solo la ragione.

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