A Teramo tutto è strano. Diventa notizia ciò che notizia ancora non è e ci si dimentica della notizia che notizia è. Esempi: diventa notizia la volontà del Sindaco di togliere la staccionata che ha oscurato per mesi o anni i lavori sui resti del teatro romano, che ancora è lì in bella mostra di sé a celare la cementificazione delle volte che una volta reggevano le tribune e, invece, ci si dimentica della cementificazione del parco fluviale, dove dovrebbe essere distante lo scorrere veloce del tempo. Dove si dovrebbe correre a passo d'uomo, dove le bici avrebbero dovuto accompagnare il cammino. Non capisco più nulla: non ci si indigna più di nulla. Il cemento copre le coscienze come la mafia sa ben fare. Ma dov'è finita la coscienza culturale che per anni ha riempito le pagine di stampa e le coscienze dei cittadini? Ricordo che anche un chiodo apposto fuori posto scatenava le giuste ire dei paladini aprutini. Ora un senso di oblio sembra scendere sui sentimenti, sulla sensibilità, sull'orgoglio della teramanità che resta solo come emblema di sempre più rare e appannate crociate. Ma a da passà la nuttata. Spero che presto, sulla scia delle difficoltà economiche etiche e morali, ci si fermi un attimo a riflettere per guardare indietro e pensare di riprogettare il futuro con l'ambizione di tornare a fare della nostra città, una gran bella città.
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