Sarà vero che il cioccolato non fa venire
l'infarto e la demenza?
Vi propongo questo articolo del 2007.
Non sarà vero, però una buona tazza di
cioccolata calda, senza zucchero, fa star bene.
di Michelle Roberts Reporter
di BBC Health
(traduzione di Dante Bianchi)
Uno studio suggerisce che un
componente del cacao, chiamato epicatechina (un
flavonoide n.d.t.) sembra diminuire i rischi di quattro comuni
malattie fatali.
Nella popolazione Kuna di Panama, che beve fino a 40
tazze di cacao alla settimana l’incidenza di ictus, malattie
cardiache, cancro e diabete è inferiore al 10%.
Inoltre i kuna paiono vivere più a lungo che
altri abitanti di Panama e non incorrono nella demenza, riporta
uno scienziato su “Chemistry and Industry”.
Gli esperti sottolineano che il fenomeno è
imputabile sia ad un fattore genetico, sia allo stile di vita di
questa popolazione.
Tuttavia, il dottor Norman Hollenberg, ricercatore
della Scuola Medica di Harvard, afferma che anche altre popolazioni,
incluso il mondo occidentale, beneficerebbero dei composti chimici
del cacao sebbene ammetta che possono esserci differenze etniche e
che i suoi studi sono basati sull’osservazione e non possono
fornire prove di ferro.
Il Popolo Kuna
Negli ultimi 15 anni il dottor Hollenberg ha
studiato gli effetti dell’epicatechina su centinaia di
persone anziane di culture differenti, tra cui centinaia di kuna.
Il mio interesse iniziò con
la constatazione che i kuna non sviluppavano ipertensione, spiega.
Ero alla ricerca di un gene protettivo
ma la spiegazione era da ricercare in una causa ambientale; quando
essi migravano e raggiungevano il continente con tutti i benefici
della vita moderna occidentale, la loro pressione sanguigna saliva
con l’età e l’ipertensione diveniva abbastanza comune.
il suo lavoro fu pubblicato
sull’”International Journal of Medical Sciences” e mostrò che
l’incidenza della mortalità per infarto, ictus, diabete mellito e
cancro aumentava di conseguenza. Il dottor Hollenberg crede che la
bevanda locale dei Kuna sia la chiave.
Per la maggior parte dei kuna
è la sola cosa che bevono da quando sono svezzati, al giorno della
loro morte.
Egli ritiene che le sue ricerche sono così
rilevanti che l’epicatechina dovrebbe essere considerata essenziale
nella dieta e classificata come vitamina.
Al momento la scienza non supporta il ruolo
fondamentale dell’epicatechina, ma abbondanti evidenze suggeriscono
che potrebbe avere un effetto protettivo nell’organismo.
L’epicatechina, un tipo di flavonoide, è
anche presente nel tè, nel vino, nel cioccolato, in qualche frutto e
in talune verdure.
Si pensa che uno dei suoi effetti sia alzare i
livelli di ossido nitrico nel sangue: ciò agevola il rilassamento
dei vasi sanguigni e ne migliora il flusso.
Le
sue proprietà
antiossidanti
possono spiegare l’azione protettiva nei confronti dei tumori.
Daniel Fabricant, esperto di nutrizione e vice presidente del settore
scientifico presso la Natural Products Association, sostiene che il
legame tra l’alto consumo di epicatechina e la diminuzione di
rischio di contrarre malattie letali dovrebbe essere approfondito.
Può essere che queste
malattie siano il risultato di una deficienza di epicatechina,
suggerisce.
I
flavonoidi come l’epicatechina sono rimossi dal cacao destinato al
commercio perché tendono ad avere un gusto amaro. Gli esperti si
sono anche chiesti se fosse opportuno e percorribile il consumo di
grandi quantità di cibi contenenti epicatechina come vino o
cioccolato.
Il dottor Hollenberg che è consulente scientifico
di diverse società farmaceutiche e ha ricevuto finanziamenti per le
sue ricerche dall’M&M/Mars, reputa come buona, per le aziende
alimentari, l’opportunità di sviluppare integratori con
epicatechina, come le barrette di cioccolato.
Effettivamente, Mars pone il suo logo Cocoapro
sulle confezioni a significare che quei prodotti hanno beneficiato di
un processo di lavorazione atto a preservare i flavonoidi a partire
dalla fava di cacao.
Paul Kroon dell’istituto Food Research afferma
che le aziende chimiche potrebbero volere sintetizzare nuove molecole
per imitare la struttura e l’azione dell’epicatechina.
Ma è presto per trarre
conclusioni; inoltre c’è il pericolo di affrontare l’argomento
con un approccio troppo riduzionista tentando di selezionare un
singolo particolare chimico nei cibi. Spesso è
la varietà la cosa importante,
continua Kroon.
Anche
la professoressa Mary Engler dell’università della California, San
Francisco, che ha anche studiato l’epicatechina, afferma:
Sperimentazioni
ben disegnate e studi clinici sono serviti per indirizzare
l’importanza biologica non solo sull’epicatechina ma, anche, su
altri flavonoidi che sono strutturalmente differenti e presenti in
molti frutti, verdure e bevande.
(…)
Pubblicato:
11/03/2007 (http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/6430777.stm
(nell'immagine: Jessica Carroll,
“Visione a mosaico”. Da “Un mosaico per Tornareccio” edizione
2006)
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