domenica 24 marzo 2013

CONGRESSO IDV, E' TARDI

Tanto tuonò che alla fine piovve.

Antonio Di Pietro ha annunciato il congresso straordinario dell'IDV il 28, 29, 30 giugno 2013.

Sarà tardi.

Mentre si è impegnati nei vecchi riti della polverosa politica, gli altri vanno avanti.

Il tesseramento.

Il lasciar passare il tempo in attesa che la polvere ricopra i difetti.

Le mozioni.

Il politichese.

Lo sventolio delle bandiere.

Il discorso di apertura.

Gli applausi.

Riti.

Vecchi riti di antiche tribù.

Ma chi vuoi che abbia voglia di tesserarsi per un partito in via di estinzione?

Ma chi vuoi che abbia voglia di sventolare una bandiera lacerata? Per che cosa? Per chi?

Chi vuoi che abbia voglia di star lì ad ascoltare le parole orgoglio, declinazione, impegno?

Basta.

Voglio sapere che fine hanno fatto i soldi del finanziamento ai partiti. In periferia non si è visto un centesimo.

Voglio “vedere” (e non sapere che si voglia) la riduzione delle indennità.

Voglio vedere che si rinuncia a tutto il finanziamento pubblico.

Voglio vedere il bilancio analitico (e non le asettiche cifre) del partito, chi ha speso e per che cosa?

Vorrei una politica di impegno e non di professione.

Vorrei, vorrei.

Ma è tardi. Si sta per chiudere.

Ci pensa Grillo.

Il nostro ruolo sta finendo.

Avevamo il compito di far confluire il dissenso nell'alveo istituzionale. Distruggendo noi, il PD ha fatto nascere Grillo.

Ora ci pensa Grillo.

Si poteva, o si può ancora pensare in positivo?

Ci può essere ancora un ruolo per l'IDV?

Si. Ci poteva essere.

Se il superego di Di Pietro, gli avesse consigliato di dimettersi e di convocare subito e non domani un congresso straordinario, forse potevamo giocare ancora un ruolo importante nella politica italiana.

Ora ci possiamo solamente “attaccare”ai ruoli che abbiamo negli Enti Locali.

Possiamo ancora contare sull' “immagine” che i tanti amministratori hanno.

Ma fino a quando?

Fino a quando ci sarà ancora qualcuno che voglia metterci la faccia?

Ma per chi, per che cosa, ci dobbiamo mettere la faccia?

Per chi?
Per il potente di turno?

Mi sembra un po' poco.

Ci voleva subito un congresso.

Elezione diretta dei delegati per il congresso, con primarie aperte.

E poi un nuovo leader.

Un nuovo programma. Semplice. Chiaro. Trasparente.

(foto di Silviano Scardecchia: il sottoscritto davanti al quadro di Alberto Chiarini “Il ritorno del figliol prodigo”, Biblioteca Provinciale di Teramo. Dipinto di grandi dimensioni, circa 5 metri di larghezza per 2 di altezza; doveva far parte di un ciclo pittorico “La parabola del buon samaritano” da collocare nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Piazza Garibaldi a Teramo. Nelle intenzioni dell'artista, in realtà, doveva trattarsi di un affresco da realizzare sulle pareti della chiesa, ma difficoltà di ordine tecnico consigliarono l'abbandono del progetto e la scelta di dipinti su tela. Questo spiega le dimensioni dell'opera. Fu elaborato nell'agosto del 1988 ma Chiarini non ebbe il tempo di completarlo perché morì a causa di incidente stradale)

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