Ma siamo proprio tanto sicuri che il sindaco sia dispiaciuto delle mie critiche alla sua scarsa attenzione alla delega alla cultura? Mi dispiace solo che la direttrice si sia inserita in un discorso politico che di tecnico nulla ha. Una buona programmazione culturale è fatta dal continuo confronto fra la parte politica (che indirizza, valuta, programma) e la parte amministrativa che quella programmazione deve realizzare nel miglior modo possibile, tenendo presente le esigenze economiche, le necessità di ricerca, i tempi realizzativi. Nella vicenda catalogo Averardi ciò che è mancata è la programmazione politica, con la smania del sindaco di voler apparire a tutti i costi, con la smania del sindaco di voler “far vedere” l'efficienza della sua
amministrazione. In cultura, lui lo dovrebbe sapere, nulla penetra per osmosi nelle coscienze e nelle conoscenze delle persone. Tutto è frutto di voglia, abnegazione, lavoro.
amministrazione. In cultura, lui lo dovrebbe sapere, nulla penetra per osmosi nelle coscienze e nelle conoscenze delle persone. Tutto è frutto di voglia, abnegazione, lavoro.
Quindi, siamo proprio tanto sicuri che queste critiche che hanno messo in luce le inefficienze “politiche” in tema di cultura non siano giunte a fagiolo per il sindaco?
Sono due mesi che è vacante l'assessorato all'urbanistica. Le elezioni di Roseto hanno visto prevalere Pavone sulle logiche di Brenno e dietro la vittoria si è acchetato il braccio di ferro fra le due correnti pidielline. Si potrebbe liberare la delega alla cultura che sembra cucita a misura sulle spalle tancrediane. Cosa manca nella logica spartitoria, per far quadrare il cerchio? Qualche IPAB? L'Istituto Zooprofilattico? La TEAM? Dietro l'apparenza, la sostanza.
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