sabato 4 giugno 2011

CROCETTI E LA SUA MATERNITA'


Lì, in piazza Orsini, lì dove per mezzo secolo era cresciuta una palma, protagonista di tante cartoline, appare una scultura di Venanzo Crocetti. E ancora una volta, ci stupisce la sua arte, con la straordinaria capacità di trasporre in un’opera i più intimi sentimenti dei personaggi. I loro atteggiamenti, le loro espressioni ne tradiscono lo stato d’animo; nelle loro fattezze si percepisce la tensione psichica che avvolge l’attimo rappresentato. Come nel pannello scultoreo della più o meno finta porta posteriore del duomo, il braccio proteso dell’angelo è indispensabile per capire l’amorevole gesto di consolazione, di rassicurazione, che Gabriele vuole dare alla Madonna, subito dopo l’attimo dell’Annunciazione (l'angelo annunciante le ha portato una notizia che la stravolge e allora la vuole rassicurare). Capendo lo stato di preoccupazione che le si staglia sul volto, le fa una carezza sulle mani poste sul viso, la sorregge, la consola, facendole capire il ruolo di Prescelta; un gesto d’amore, forse unico nella storia dell’arte. Non più un’Annunciazione distaccata, l’Angelo da una parte e un po’ discosta la Madonna, ma un’Annunciazione intima, un’Annunciazione umana, così nella “Maternitàquel raro gesto di protrarre al cielo il proprio bambino, di sollevarlo, di staccarlo da terra, oltre che farci vedere la gioia di una madre, si carica di un sentimento ampio, di fraternità, di fiducia. Della fiducia, di quella vera non si ha paura. Solo quando si è consapevoli di essere in buone mani non si ha paura di non avere i piedi per terra. Ci si affida all’altro. I bimbi non hanno paura se a sollevarli, a staccarli dalla terra è la madre. Nel viso disteso della bambina protesa in alto non si vede alcuna paura, è la mamma che la solleva, di lei ha piena fiducia. E allo stesso tempo sembra di vedere il momento successivo. Sappiamo come andrà. Ci sarà una tenerezza. Un abbraccio. Un gesto, un attimo, capace di rappresentare non solo l’amore di una madre per il proprio figlio ma anche il sentimento di amicizia, di accoglienza, che una comunità può dare a chi arriva nella propria città.

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