domenica 21 aprile 2013

TUTTO BRUCIA. BISOGNA CORRERE

La rielezione di Napolitano, certifica la fine del PD (l'IDV è già finito). Certifica la fine della seconda repubblica.
Anche se la rielezione era l'unica cosa da fare al termine di una serie di errori madornali che Bersani ha inanellato nel corso degli ultimi mesi, da quando ha vinto le primarie con artifici vetero politici. Errori dovuti al fatto di non essersi reso conto che la società è cambiata. Ha continuato a ragionare di politica con i vecchi schemi. Riunioni segrete tra capicorrente. Pensando che che una
piccola combriccola potesse ancora decidere i destini di un partito e di una nazione. “Mi metto d'accordo sulla nomina di Marini e poi lui mi nomina presidente del consiglio”. Non funziona più completamente così. C'è sempre una combriccola che decide, ma le scelte devono essere condivise con il web. Si deve essere bravi a far pensare all'opinione pubblica che le scelte vengono fatte dai cittadini, anche se poi in fondo in fondo le scelte sono sempre fatte da una piccola cerchia di persone.
Ma la capacità di un leader sta nel pensare agli obiettivi futuri, lontani, interpretando la volontà contingente dell'opinione pubblica.
In fondo in fondo la legge elettorale ha cambiato semplicemente la velocità del rapporto con la gente. Una volta uno si candidava, faceva campagna elettorale, interpretava i desideri del territorio e trasportava quei desideri all'interno delle istituzioni. Poi tornava alle elezioni e diceva cosa era riuscito a fare delle promesse fatte. Il tutto nell'arco di 4 – 5 anni. Aveva una “delega” che veniva riverificata alle elezioni successive.
Ora con le “nomine” (non elezione!) al Parlamento è necessario instaurare un rapporto con il territorio attraverso altri mezzi, ad es. con il web. Veloce e immediato. La delega del cittadino va verificata quasi istante per istante. In fondo in fondo è cambiata solo la velocità di rapporto con il territorio. Una volta ci volevano anni, ora poche ore.
Perchè la fine del PD?
O si spacca in un'area di sinistra e una riformatrice o si continuerà nella contraddizione evidente di due anime indialogabili all'interno di uno stesso contenitore.
A suo tempo, in una importante riunione di partito della Margherita a Teramo alla presenza di Marini, espressi in maniera chiara la mia contrarietà alla fusione a freddo fra Margherita e PDS. Da allora cominciò la mia ricerca di una nuova casa. Feci la scelta di non entrare nel PD consapevole di quelle contraddizioni. Tentammo di cercare casa in Intesa Civica Popolare, grazie all'aiuto del sempre compianto Aiardi. Ma forse eravamo troppo in anticipo. Mi rifugiai nell'IDV. Ma anche questo contenitore ha mostrato le stesse contraddizioni.
Ci deve essere “sempre” un collante per fare un partito.
Di solito è un'idea, un progetto (con una vecchia terminologia un' ideologia) ciò che produce una identificazione tra cittadino e contenitore. Se manca questa identificazione si fanno solamente delle operazioni di potere. Anche nell'IDV è stata presente questa contraddizione. Sono convissute in essa le stesse contraddizioni, un'anima di sinistra e un'anima di centro. Non siamo stati né un partito di sinistra né un partito di centro L'unico collante è stato il “giustizialismo”. Il rispetto delle regole, l'onestà. Quando questo collante si è sfaldato per la verità su Di Pietro, il partito si è sciolto come neve al sole.
Nel centro destra il collante è il berlusconismo. L'arrivismo. Il perbenismo. Nel momento che finirà questo collante o perchè Berlusconi si stanca o perchè la crisi renderà evidente che l'effimero non dà sostanza allora si scioglierà anche il PDL.
E' necessario, impellente, quindi fare subito una nuova legge elettorale che permetta la
ri-aggregazione in “contenitori” diversi (non uso il termine partito, ma è la stessa cosa) dagli attuali, dove ci siano idee omogenee. Dove ci siano un comune sentire. Dove si elaborano idee per la società sulla base di una comune sensibilità. Poi con queste elaborazioni o si cercano alleanze con gli altri partititi o si va direttamente al confronto con i cittadini chiedendo loro il consenso.

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