La rielezione di Napolitano, certifica
la fine del PD (l'IDV è già finito). Certifica la fine della seconda repubblica.
Anche se la rielezione era l'unica cosa
da fare al termine di una serie di errori madornali che Bersani ha
inanellato nel corso degli ultimi mesi, da quando ha vinto le
primarie con artifici vetero politici. Errori dovuti al fatto di non
essersi reso conto che la società è cambiata. Ha continuato a
ragionare di politica con i vecchi schemi. Riunioni segrete tra
capicorrente. Pensando che che una
piccola combriccola potesse ancora
decidere i destini di un partito e di una nazione. “Mi metto
d'accordo sulla nomina di Marini e poi lui mi nomina presidente del
consiglio”. Non funziona più completamente così. C'è sempre una
combriccola che decide, ma le scelte devono essere condivise con il
web. Si deve essere bravi a far pensare all'opinione pubblica che le
scelte vengono fatte dai cittadini, anche se poi in fondo in fondo le
scelte sono sempre fatte da una piccola cerchia di persone.
Ma la capacità di un leader sta nel
pensare agli obiettivi futuri, lontani, interpretando la volontà
contingente dell'opinione pubblica.
In fondo in fondo la legge elettorale
ha cambiato semplicemente la velocità del rapporto con la gente. Una
volta uno si candidava, faceva campagna elettorale, interpretava i
desideri del territorio e trasportava quei desideri all'interno delle
istituzioni. Poi tornava alle elezioni e diceva cosa era riuscito a
fare delle promesse fatte. Il tutto nell'arco di 4 – 5 anni. Aveva
una “delega” che veniva riverificata alle elezioni successive.
Ora con le “nomine” (non
elezione!) al Parlamento è necessario instaurare un rapporto con il
territorio attraverso altri mezzi, ad es. con il web. Veloce e
immediato. La delega del cittadino va verificata quasi istante per
istante. In fondo in fondo è cambiata solo la velocità di rapporto
con il territorio. Una volta ci volevano anni, ora poche ore.
Perchè la fine del PD?
O si spacca in un'area di sinistra e
una riformatrice o si continuerà nella contraddizione evidente di
due anime indialogabili all'interno di uno stesso contenitore.
A suo tempo, in una importante riunione
di partito della Margherita a Teramo alla presenza di Marini,
espressi in maniera chiara la mia contrarietà alla fusione a freddo
fra Margherita e PDS. Da allora cominciò la mia ricerca di una nuova
casa. Feci la scelta di non entrare nel PD consapevole di quelle
contraddizioni. Tentammo di cercare casa in Intesa Civica Popolare,
grazie all'aiuto del sempre compianto Aiardi. Ma forse eravamo troppo
in anticipo. Mi rifugiai nell'IDV. Ma anche questo contenitore ha
mostrato le stesse contraddizioni.
Ci deve essere “sempre” un collante
per fare un partito.
Di solito è un'idea, un progetto (con
una vecchia terminologia un' ideologia) ciò che produce una
identificazione tra cittadino e contenitore. Se manca questa
identificazione si fanno solamente delle operazioni di potere. Anche
nell'IDV è stata presente questa contraddizione. Sono convissute in
essa le stesse contraddizioni, un'anima di sinistra e un'anima di
centro. Non siamo stati né un partito di sinistra né un partito di
centro L'unico collante è stato il “giustizialismo”. Il rispetto
delle regole, l'onestà. Quando questo collante si è sfaldato per la
verità su Di Pietro, il partito si è sciolto come neve al sole.
Nel centro destra il collante è il
berlusconismo. L'arrivismo. Il perbenismo. Nel momento che finirà
questo collante o perchè Berlusconi si stanca o perchè la crisi
renderà evidente che l'effimero non dà sostanza allora si
scioglierà anche il PDL.
E' necessario, impellente, quindi fare
subito una nuova legge elettorale che permetta la
ri-aggregazione in “contenitori”
diversi (non uso il termine partito, ma è la stessa cosa) dagli
attuali, dove ci siano idee omogenee. Dove ci siano un comune
sentire. Dove si elaborano idee per la società sulla base di una
comune sensibilità. Poi con queste elaborazioni o si cercano
alleanze con gli altri partititi o si va direttamente al confronto
con i cittadini chiedendo loro il consenso.
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