su "Italia Oggi" di mercoledì 3 agosto 2022 a firma di Domenico Cacopardo così si legge nella parte iniziale del suo articolo:
Quante incongruenze, quante arretratezze nella politica nazionale! Troppe e tutte insieme volte a compromettere l'appuntamento storico del 25 settembre, uno spartiacque tra un prima e un dopo e non tanto per la previsione di una vittoria (troppo insistita e troppo sabotata, per esempio da Matteo Salvini che un giorno sì e l'altro pure compromette il progetto politico di Giorgia Meloni con affermazioni evidentemente discordanti con la proposta di Fratelli d'Italia) del centro-destra, quanto per i problemi dello schieramento opposto.
Le arretratezze del Pd che non riesce (per storiche tare ideologiche che impediscono di cogliere la contemporaneità) a interpretare non tanto le conservative richieste di Andrea Orlando e di Maurizio Landini (un altro che è rimasto con l'orologio a 50 anni fa) quanto le ambizioni, le richieste, le necessità dei giovani italiani, quelli che hanno studiato, che, magari, hanno con successo frequentato (Erasmus) università straniere, che sono e saranno il nerbo della società nazionale, a condizione di essere invogliati a occuparsi oltre che di affari, di industria, di ricerca, anche di politica. Già, lo vediamo tutti, il mestiere della politica (salvo pochi casi) è un mestiere da sfigati, da falliti della vita e delle professioni.
Il Pd è una comunità storica, costruita attraverso un'operazione artificiale (la creazione di un partito di ex-Dc e di ex-Pci per contrastare Berlusconi e il suo Popolo della libertà), che, superata la fase della contendibilità che aveva portato al suo vertice il vento del riformismo di Matteo Renzi, presto disinnescato dalla nomenklatura di controllo, è diventato, appunto, una comunità storica, incapace di svolgere le due funzioni fondamentali indicate dai padri costituenti: essere occhi e orecchi delle esigenze del popolo e al contempo essere il “formatore” di una coscienza politica. Un supporto permanente per la società politica costruito con la società civile, industriale, finanziaria, proletaria. L'accettazione pigra e complice, primo colpevole Pierluigi Bersani, del Porcellum, la legge elettorale che ha tagliato il nesso imprescindibile e triangolare tra elettorato, partiti e parlamentari, attraverso l'istituzione di un meccanismo alla tedesca, nel quale si è eletti non per diretta preferenza popolare, ma secondo ordine di lista stabilito dal padrone del momento.
Quando ebbe l'occasione di modificare il mostro, Bersani si distrasse, si volse dall'altra parte, giacché il potere di formare le liste e di scegliere gli eletti senza alcun contributo popolare gli faceva comodo, da vecchio esponente migliorista in salsa bolognese: guanto di velluto in un pugno stalinista.
Dirò una cosa che i miei amici mi rimprovereranno. Il futuro del sistema politico passa attraverso l'annientamento di questo Pd e la costruzione di un nuovo partito (veramente nuovo, non basta un ennesimo cambio di sigla), socialdemocratico e contemporaneo, proiettato infatti nella contemporaneità e sulle esigenze del mondo nuovo in cui viviamo.