sabato 20 agosto 2011

SINDACO DI GIUSTINO ! MA MI FACCIA IL PIACERE !


L'accoglienza ai turisti di Pietracamela è straordinaria! Fatta di furbizie da montanari! Mettono un cartello di indicazione turistica, sul quale disegnano un circoletto e il gioco è fatto. Da ciò i turisti dovrebbero intuire che il sindaco ha emesso una ordinanza con la quale si obbliga a passare per il paese. Infatti dietro la prima curva della variante che fino a ieri non era vietata in salita, a meno di cento metri dal bivio ecco appostati i due carabinieri (non quelli dei films, magari! falchi peregrini!) che ligi al dovere mettono le auto in fila e invitano gli autisti a scendere dall'auto ed emettere la soddisfacente multa di ferragosto. Inutile dire che non c'è alcuna indicazione prima della curva. Inutile dire che il circoletto sbiadito, che dovrebbe essere il divieto di accesso, non è visibile! Inutile dire che il cartello posto in mezzo alla strada  è caduto e  non si hanno capacità divinatorie per intuire che cosa ci fosse indicato. Inutile dire che avrebbero fatto opera di prevenzione scendere altri centro metri indicando la giusta via. Inutile dire di andare insieme per verificare che ciò che si stava affermando rispondeva al vero. Ciò che mi meraviglia è il sindaco che da me interpellato per via telefonica non ha saputo dare reali giustificazioni alla sua ordinanza. I soprusi sono anche questi! Una giornata di festa, trasformata a me e ad altri centinaia di turisti in una giornata di ... incavolatura. Sindaco !  Ma mi faccia il piacere ! E non si appelli alla sicurezza degli automobilisti! Per favore! Faccia mettere in sicurezza tutta la strada prima della deviazione! Quella sì che avrebbe bisogno del senso unico. Le posso dare un consiglio? Faccia salire da Fano Adriano, passando per Intermesoli,così ci sarebbe ancora più sicurezza!


martedì 9 agosto 2011

MI TEAM, NON MI TEAM

Si avvicina il giorno delle nomine e tutti vanno in fibrillazione. Specie nel centro sinistra. Non diamo un buon esempio. Come il cane affamato che si aggrappa con i denti all'ultimo osso disponibile. Poveri noi! Ma è proprio così importante rivendicare il "posto" alla Team alla propria appartenena politica? Perchè il PD non ha messo la stessa passione quando era difficile dire che la Team era sull'orlo del baratro? Ero solo quel giorno, il 29 marzo 2010, a gridare al sindaco che la Team aveva problemi a non finire. Dietro di me avevo i giovani e meno giovani dell'IDV, con i quali avevamo studiato per mesi le carte della Team! Una battaglia di legalità che contraddistingue, senza tentennamenti, l'IDV, ma che dovrebbe essere comune a tutto il centro sinistra. Le riunioni si fanno sempre, le telefonate pure, non solo quando ci sono le ultime briciole da raccogliere. Se continuiamo così, ad essere attaccati alle poltrone e non ai valori, non andremo lontani. Oggi si deve decidere il componente del centro sinistra nel consiglio della Team. Ho detto e ribadisco: è un problema del sindaco. Lui, insieme alla maggioranza di Chiodi, ha cambiato lo statuto. Bene oggi si prende la responbsabilità della scelta. Noi dell'IDV ci sentiremo liberi. Liberi di difendere o di criticare una società che non dovesse fare l'interesse della città e dei suoi lavoratori. Il sindaco vuole un nome? Bene nell'elenco c'è Leonardo Codirenzi. Un giovane avvocato che ha fatto tanto per cercare di far tornare nella legalità la Team. Scelga lui, il sindaco. E mi sentirò più tranquillo. E il PD converga su un nome del genere. Li garantisce. Stiano tranquilli. Nel segno della discontinuità, come ci si affanna a dire. Io invece dico nel segno della professionalità.

sabato 6 agosto 2011

DE FILIPPIS DELFICO PER "TERAMANI"

Parlare di Melchiorre De Filippis Delfico vuol dire parlare della editoria satirica della seconda metà dell'ottocento a Napoli e in Italia. Un genere che nasce nella capitale del Regno di Napoli nel 1848 con il “primo” Arlecchino, foglio che precede di anni testate universalmente conosciute come il londinese Punch, sul quale s'addensa anche la leggenda di una collaborazione dello stesso Delfico.
Ma sarà solo con Delfico che la caricatura assurgerà al ruolo di protagonista nella divulgazione dei pensieri, della politica, del clima sociale di quel periodo attraverso immagini che saranno in grado non solo di rappresentare i protagonisti e gli eventi, ma anche di tracciare gli umori, le simpatie, i sentimenti che aleggiavano nella metà dell'Ottocento mentre si compiva l'Unità d'Italia, in un Paese dove la popolazione per il novanta per cento era analfabeta. Sarà sempre Delfico a tenere in vita, quasi da solo, alcuni importanti giornali satirici di quel periodo che cominciarono a spuntare da ogni tipografia napoletana nell'estate del 1860 subito dopo che Francesco II, improvvisatosi liberale (nonostante la giovane età aveva intuito quale strada avrebbe dovuto percorrere il suo Regno, ma era tardi!), aveva pensato che sarebbe bastato richiamare la costituzione del 1848 per puntellare un trono che traballava e che sarebbe caduto, da lì a pochi mesi, sotto la spinta, neanche troppo forte, di Garibaldi.
Melchiorre De Filippis Delfico (pronipote ed omonimo di Melchiorre Delfico filosofo, umanista, politico del primo ottocento; questa omonimia sarà fonte di fortuna in vita, ma di oblio negli anni successivi; ancora oggi molti confondono l'uno per l'altro) trascorre gran parte della sua vita a Napoli, dove attratto dalla passione per la musica si dedica alla composizione. Nell'ottobre del 1850 al Teatro Nuovo rappresenta Il marito di un'ora, la prima di una serie di opere liriche teatrali che non avranno il successo da lui sperato, poi forse più per necessità che per passione, si dedica all'umorismo e alla caricatura che diventerà il lavoro principale della sua vita. L'esordio ufficiale in questo campo viene fatto risalire al 1855 quando Achille Torelli lo chiama ad illustrare l'Omnibus pittoresco. Fabia Borroni così descrive l'arte caricaturale di Delfico “il tocco è rapido, simpatico, svelto; nel paradosso delle linee la trovata è indovinata; non c'è alcuna compiacenza feroce nel delineare con l'agile matita le storture fisiche, ma c'è un tentativo benigno ed indulgente nel mettere a nudo le storture morali, un sapore casalingo ed una onesta d'intenti precipuamente ottocenteschi”. Delfico era solito disegnare in una saletta del “Caffè delle Due Sicilie” in via Toledo, e da questo palcoscenico si trovò a rappresentare tutte le principali vicende storiche con l'occhio disincantato di chi sapeva discernere le vicende quotidiane senza preconcetti e pregiudizi e in queste caricature non mise mai né cattiveria né eccessivo spirito polemico, ma proseguì sempre con il suo classico stile. Scorrendo i 40 anni della sua attività di caricaturista s'incontrano personaggi noti e meno noti, vicende europee e locali, tutte rappresentate senza cattiveria né eccessivo spirito polemico, ma sempre con tratto garbato e signorile. Rappresentò Napoleone III, Liborio Romano, Garibaldi, Cavour, Minghetti, Cialdini, Ricasoli, il Papa, Il Russo, il Prussiano, l'Austriaco e tanti altri personaggi, specialmente del teatro e della lirica che a quel tempo erano i personaggi di maggiore fama. Il personaggio che gli diede maggiore fama e maggiore soddisfazione fu Verdi, che ebbe l'occasione di incontrare e seguire una prima volta nel 1858 in occasione della rappresentazione del Simon Boccanegra e una seconda volta nel 1888 quando il Maestro fu a Napoli per l'Otello. Questa conoscenza si trasformò in amicizia e reciproca stima e Delfico dedicò a Verdi innumerevoli tavole, alcune ben riuscite, altre invece ebbero anche delle benevoli critiche da Verdi, come quando Delfico inviò al Maestro una copia dell'album Pompei. Cenno storico. 1890,e ricevette il 3 giugno del 1891 questa risposta da Sant'Agata “caro Delfico, sempre ho apprezzato ed apprezzo il vostro talento! Ma ditemi … (scusate) perchè andare a resuscitare un mondo che non è più il nostro? ...” (in Amilcare Lauria, 1906). Delfico scomparve, settantenne nel maggio del 1895 nella villa di Portici e su di lui cadde l'oblio, o quasi. Soltanto nel 1941, in piena guerra, a Napoli fu organizzata una mostra di sue litografie colorate, nel ridotto del San Carlo, poi bisognerà attendere tempi più recenti, mostre e ricordi nella nostra città e gli studi di appassionati di storia locale. Le nostre due strenne, pubblicate in questi due ultimi anni, la prima dedicata alle caricature su Garibaldi e questa a Cavour, nel 150 anniversario dell'Unità d'Italia e a 150 anni dalla morte del grande statista, vogliono avere un valore principalmente divulgativo, in attesa di uno studio più approfondito che celebri finalmente, come merita, uno dei protagonisti della cultura dell'ottocento italiano, teramano di nascita, il Gran Nadar della caricatura italiana.
(articolo pubblicato sul n. 72 di "Teramani")

venerdì 5 agosto 2011

TEAM E SERVIZI CIMITERIALI

Ripropongo le due domande sulla Team poste al sindaco nell'ultimo consiglio comunale a cui né lui né alcuno della giunta né della Team stessa ha dato risposta.
Si parla della convezione sottoscritta dal Comune, con trattativa privata, e dalla Team per la concessione alla stessa, dei Servizi Cimiteriali, che come è noto è uno dei più importanti Servizi Pubblici Locali che un Comune può affidare, sia per la rilevanza religiosa sia per l'importanza economica che un servizio del genere riesce a muovere.
Ma prima è importante fare alcune premesse:
1a: la concessione di un loculo cimiteriale dura 40 anni. Il cittadino paga tutto il canone dei 40 anni alla Team, al momento della concessione. La convenzione della Team dura 15 anni e ha avuto inizio nel 2006.
2a: si può dare in affidamento “diretto”, a trattativa privata, un Servizio Pubblico Locale a una società mista pubblica-privata, purchè il privato della stessa società sia stato scelto in seguito a procedura di evidenza pubblica.
3a: per affidare un Servizio Pubblico Locale di rilevanza economica o un Lavoro Pubblico è necessario fare un bando di gara.
Fatte tali premesse, alcune domande mi vengono spontanee:
1a domanda: E' lecito aver dato la possibilità alla Team della riscossione anticipata del canone che il cittadino paga per la concessione di un loculo per 40 anni, quando la Team ha una convenzione per 15 anni? Se la convenzione allo scadere non fosse rinnovata alla Team chi paga i successivi 25 anni?
2a domanda: è lecito affidare con una semplice convezione la progettazione e l'appalto di nuovi loculi alla Team? Che tra l'altro non ha alcun know how nel settore? Un privato, la Team, costruisce su un terreno pubblico, con i soldi dei cittadini.
3a domanda: il Comune poteva affidare alla Team a trattativa privata i Servizi Cimiteriali, visto che il privato della Team, non è più lo stesso del 1996 (quando era stato scelto in seguito a una regolare procedura di evidenza pubblica), ma sostituito nel 2004-5 (?) e quindi non scelto più in base a una procedura di evidenza pubblica?
Domande semplici, alle quali è semplice dare delle risposte. Se queste non vengono date, è lecito pensare che ci sia qualcosa di poco chiaro. Semplice!
Vi allego i due articoli della convezione e non stupitevi per come si fanno affari!
art. 4 – Nuove costruzioni per la sepoltura ed impianto di cremazione.
La società si impegna a progettare ed appaltare, quale stazione appaltante ai sensi della l. 109/1994 nuovi loculi, celle ossario e cappelle porticate in base al fabbisogno registrato annualmente, …
art 7 – Proventi di gestione ed oneri finanziari.
La società a fronte dei servizi gestiti ha diritto di introitare tutti i canoni e proventi pagati dagli utenti, secondo le tariffe approvate dal Comune. La società è tenuta a riscuotere anche i canoni e proventi dovuti dagli utenti e non ancora pagati al Comune alla data della sottoscrizione della presente convenzione [28.02.2006]; dette somme recuperate anche coattivamente, spetteranno esclusivamente alla società.

CANOSSA E LA TEAM

La memoria umana è corta, la memoria storica resta. Non mi è difficile ricordare le frasi volgari, ingenerose, a volte ingiuriose, che si levavano dai banchi della maggioranza, della giunta e dallo scranno più alto, il 29 marzo 2010, quando osammo, come IDV, dopo mesi di intenso e affascinante studio, porre l'attenzione sulle irregolarità della TE.AM. Per loro eravamo dei sobillatori, calunniatori e tanto altro. Ora fanno finta di non ricordare. Hanno dimenticato, sopraffatti dalle irregolarità, dalle illeggittimità, dagli arresti, dagli avvisi di garanzia, dalle accuse di mafia, di camorra che hanno investito i vari Amministratori Delegati che in questi anni, (era Chiodi! E poi Brucchi) si sono succeduti alla guida del Consiglio di Amnministrazione.. Ora con la coda fra le gambe chiedono lumi in Prefettura. Troppo comodo! Canossa dovrebbe insegnare qualcosa, ma nella loro arroganza non sanno di Enrico IV. Ma non pensiamo di essere Matilde, a noi interessa la TE.AM, interessano i suoi lavoratori. Con la possibilità di dare un lavoro stabile a cittadini che con grande fatica portano a casa il doveroso salario.