martedì 6 gennaio 2015

FANNULLONI. CHE C'ENTRA IL MEDICO DI FAMIGLIA?

In tanti mi chiedono se nella vicenda romana dell'assenza per malattia dei vigili ci sia o ci possa essere una responsabilità del medico di famiglia. Io penso di no. A meno che non ci sia una compiacenza “voluta” da parte del medico di fiducia, nel qual caso si configurerebbe un grave reato penale, quello di falso ideologico. Ma comportamenti di questo genere sono rarissimi, se non impossibili, in quanto esistono tutta una serie di malattie non obiettivamente diagnosticabili, alle quali il paziente ricorre per ottenere una certificazione di malattia. L'esempio più emblematico è quello della emicrania, o cefalea, mal di testa per capirsi. In questo caso, essendo una malattia basata esclusivamente sulla sintomatologia riferita dal paziente, il medico non può far altro che certificare quanto riferito dal paziente stesso. E non penso ci sia un medico che possa contestare una tale malattia, rifiutare il certificato e inviare il paziente al lavoro, perché nel caso in cui la malattia fosse vera e il paziente fa un lavoro

ANNO NUOVO VITA NUOVA! FEDELTA' NON QUALITA'

La politica non è più un problema di qualità, ma di fedeltà. Fai carriera, hai l'onore di rappresentare la società non perchè hai dimostrato di meritare, ma solo se hai dimostrato fedeltà al segretario Turno (eroe, bello, rottamatore, toscano) o del segretario di turno.
E dopo questo "assioma", vero perchè evidente, anche se dimostrabile, si ripresenta il problema della legge elettorale. L'origine di tutti i mali. Tutto parte dalla legge elettorale. Poichè in democrazia la selezione della classe dirigente è demandata al voto, allora in base a come votiamo scegliamo la classe dirigente, cioè la scelta di quelle persone che avranno il compito di fare le scelte per la nostra società. Allora se votiamo con un sistema avremo la scelta di un tipo, se voteremo con un altro avremo la elezione di un altro tipo di persone o personalità..
E' particolarmente interessante la riflessione di Gustavo Zabrebelsky presidente emerito della Corte Costituzionale, pubblicata su Il Fatto Quotidiano del 0.01.2015.
Il merito, secondo la Corte.
Il nucleo costituzionale della decisione è nella seguente duplice affermazione:
a) l’alterazione della proporzionalità attraverso premi di maggioranza è possibile, in vista dell’obiettivo perseguito, che è la stabilità di governo e l’efficienza dei processi decisionali, ma non deve essere abnorme;
b) all’elezione dei singoli parlamentari non deve mancare il sostegno della scelta personale da parte dei cittadini-elettori (…).
Le motivazioni sono semplici e apodittiche.